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Purificazione della Green Fluorescent Protein (GFP)

La GFP (Green Fluorescent Protein) è una proteina fluorescente originariamente isolata dalla medusa Aequorea victoria, ampiamente utilizzata in biologia molecolare come marker visivo per lo studio di processi cellulari e molecolari. La GFP emette una caratteristica fluorescenza verde quando eccitata con luce a una specifica lunghezza d’onda, rendendola uno strumento ideale per monitorare l’espressione genica, localizzare proteine e osservare dinamiche cellulari in tempo reale.

L’utilizzo della GFP in laboratorio prevede l’inserimento del gene che codifica per questa proteina all’interno di un plasmide o direttamente nel genoma dell’organismo target. Il gene della GFP può essere fuso a quello di una proteina d’interesse, creando una proteina di fusione che conserva sia la fluorescenza che la funzione biologica della proteina studiata. Una volta espresso, il campione viene osservato con un microscopio a fluorescenza per visualizzare la distribuzione e il comportamento della GFP.

Le applicazioni della GFP sono molteplici e spaziano dalla biologia cellulare alla genetica. È utilizzata per tracciare l’espressione genica, studiare l’interazione tra proteine, monitorare la segnalazione intracellulare e marcare organelli cellulari. Inoltre, varianti della GFP, come la YFP (gialla) o la CFP (ciano), consentono analisi multicolore, ampliando le possibilità di studio.

Grazie alla sua versatilità e non invasività, la GFP ha rivoluzionato le scienze della vita, offrendo un modo diretto e dinamico per visualizzare i processi biologici, ed è diventata uno strumento fondamentale in ricerca biomedica e biotecnologica.

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